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Cagliari è una delle più belle città mediterranee.

Cagliari è una delle più belle città mediterranee.

Chi vi arriva in aereo è accolto dallo smalto azzurro dello stagno di Santa Gilla punteggiato dal rosa acceso dei fenicotteri che vi nidificano tutto l’anno e che al tramonto riempiono il cielo  alzandosi  in volo verso lo stagno di Molentargius.

Chi invece vi arriva dal mare sbarca nel “salotto della citta”; non trova anonimi capannoni, ma gli eleganti palazzi liberty della via Roma e le torri neo gotiche del Palazzo  Municipale.

Alzando lo sguardo dall’ inizio del Largo Carlo Felice incontra le bianche torri e i bastioni della vecchia città fortificata.

Questa è la Cagliari del turismo veloce, dei croceristi che vi sbarcano settimanalmente,ma c’è un’altra Cagliari: la Cagliari punico- romana e la Cagliari sotterranea.

E’ questa parte della città  che i soci della Unitre di Isili, sempre alla ricerca di tesori nascosti, hanno visitato in una giornata  di fine febbraio che sapeva già di primavera.

La visita inizia da “sa cruxi santa nel rione di Santa Avendrace.

Questa storica croce risale al xv° secolo ed era la porta di accesso al versante occidentale della città .Alla sua base è inciso un quadrato con lo stemma del Municipio di Cagliari in età spagnola: un castello merlato a tre torri e i tradizionali pali di Aragona.

Da qui risalendo verso il colle di Tuvixeddu si giunge all’ingresso della necropoli punica e romana utilizzata dal II° sec. A.C. fino al III° sec. D.C.

Nonostante il colle ,nel tempo, sia stato devastato  per ricavarne materiale da costruzione, le tombe puniche scavate nelle pareti di roccia e quelle romane a valle sono straordinariamente ben conservate ed offrono uno scenario unico che attraversiamo guidati da Marcello Polastri, speleologo, giornalista, scrittore e fondatore di “Sardegna Sotterrranea”.

Stranamente percorrendo la necropoli con la sua miriade di occhi scuri, sono 1793 le tombe conosciute, non proviamo tristezza ma solo una grande serenità.

Tristezza,quasi angoscia, si provano invece entrando nel rifugio antiaereo scavato sotto l’elegante edificio dei Padri Salesiani al termine del viale Fra Ignazio.

Dalla luce intensa del suo cortile si passa al buio di due rampe di ripidi gradini che portano a !8 m. sottoterra dove inizia una lunga galleria fiancheggiata  da sedili scavati nella parete di roccia.

E qui il pensiero va ai cagliaritani che nel 1943 tante volte,dopo l’urlo delle sirene d’allarme, si precipitavano per quei gradini per sfuggire alle bombe ed ai proiettili. Chi vi entrava aveva davanti a sé una lunga attesa interrotta dal fragore delle bombe che cadevano sugli edifici.

Cagliari, nel 1950, fu insignita di medaglia d’oro al valor militare per “aver sopportato con fierezza lunghe,terrificanti ed assillanti distruzioni di guerra recate dall’intensa offensiva aerea”.

La città fu infatti distrutta al 75%.

Eppure, nonostante la paura ,sottoterra vi erano barlumi di vita normale: si pregava, si cercava o si dava conforto, i bambini nella loro incoscienza giocavano, nascevano legami  sentimentali.

Testimonianza di questa vita la offrono oggi  gli utensili e gli oggetti dimenticati da chi, cessato l’allarme, riaffiorava alla luce con sollievo,nonostante intorno a sé avesse solo macerie e morte.

Anche con l’incubo dei bombardamenti ,il 1°maggio del 1943, i cagliaritani non rinunciarono a condurre Sant’Efisio a Nora; lo fecero tra le macerie della città distrutta, trasportando il Santo sul furgoncino della latteria Gorini.

Percorrere queste tracce di memoria è stato anche un momento per prendere coscienza del fatto che oggi la nostra vita, pur tra molte criticità, gode di un bene che non è scontato: la pace

Maria Bonaria Mura

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