Cagliari sotterranea
Alla scoperta di Cagliari sotterranea
Sembra che il turismo locale cioè quello diretto ai siti della propria città e della propria regione si stia incrementando notevolmente. Aver cominciato a guardare in modo attento e interessato opere che fino ad oggi, pur sotto i nostri occhi, risultavano invisibili è come intraprendere un percorso di di crescita personale che ci rende migliori sia dal punto di vista culturale che psicologico.
Scoprire Cagliari non solo nelle sue ricchezze museali, nelle sue torri e bastioni è facile per chi venendo da fuori la scopre splendida nella sua bellezza e monumentalità, ma ritrovare luoghi che solo da poco tempo sembrano comparire all’attenzione del visitatore suscita un’emozione indicibile.
Essere andati in un fine settimana a passeggiare sul colle Tuvixeddu, oggi fruibile per la presenza di lunghe passerelle di legno, ha consentito a noi turisti sardi di godere di uno spettacolo che ricorda quello dei Sassi di Matera non solo per la presenza di cavità scavate nella roccia ma per il fatto che le stesse siano state utilizzate come abitazioni nel tempo di guerra, mentre la bella Cagliari veniva rasa al suolo da bombe più o meno intelligenti.
Guidati dal giornalista scrittore Marcello Polastri, appassionato studioso della Cagliari sotterranea abbiamo fatto il percorso che solo ora ci consente di osservare da vicino le tombe scavate nella parete di roccia, non come prima guardandole solo dall’alto del colle.
E stata un’ emozione indimenticabile percorrere il rifugio antiaereo scavato sotto l’elegante edificio dei salesiani e rievocare i momenti in cui i cagliaritani vi trovavano scampo ai bombardamenti e nonostante tutto, riuscivano a intessere rapporti umani e forse sentimentali indimenticabili.
Passeggiare per la Cagliari dimenticata ci ha fatto scoprire anche quello che una volta è stato l’orto del frate Sant’Ignazio da Laconi, oggi abbandonato alle sterpaglie, eppure tanto ricercato dai fedeli.
Molte di queste località vengono visitate nelle giornate dei ‘Monumenti aperti’ consentendo ad un pubblico numeroso la scoperta di luoghi finora sconosciuti ai più, iniziativa senz’altro meritevole ma lasciata alla gestione di gruppi di volontari che poco possono fare riguardo alla loro manutenzione di fronte al degrado. Non ci rimane che aspettarci un intervento pubblico mirato alla valorizzazione e tutela di questi piccoli tesori.