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comunità l’Aquilone

Mercoledì’ 29 marzo ’23 l’Unitre ospita don Carlo Follesa un prete che ha fatto della sua vita una palestra di solidarietà verso quella umanità che spesso rischia di perdersi nei meandri dell’incomprensione e della sofferenza.

Lo accompagna Daniele Corona un suo giovane collaboratore che contribuisce con la sua presenza a gestire il centro di pronta accoglienza “Laquilone”  una delle più importanti comunità terapeutiche per tossico dipendenti della regione.

Lottare contro l’emarginazione, promuovere la crescita e la maturazione delle persone in particolare dei giovani, incentivare il senso di civile convivenza: sono questi i principali obiettivi di uno dei maggiori Centri di Solidarietà cagliaritana.

L’Aquilone rappresenta una delle comunità sarde ufficialmente riconosciute come Enti Ausiliari impegnate nella lotta contro l’emarginazione e alle tossicodipendenze.

Opera tutti i giorni per offrire un aiuto concreto ai concittadini meno fortunati, in particolare senza tetto o tossicodipendenti.

L’oratore parla con passione delle attività della sua associazione per il recupero di giovani irretiti dalle droghe le cui cause sono da far risalire spesso a certi fallimenti educativi non solo nell’ambito della famiglia quanto nel contesto ambientale.

Il processo di crescita non è infatti esente da aspetti critici: aspettative, ansie, preoccupazioni. Il ruolo della comunità educante, che non comprende solo la scuola ma anche le famiglie, le istituzioni, i presidi sociali ed educativi presenti sul territorio, è proprio quello di supportare bambini e ragazzi nel proprio percorso di crescita.

La mancanza di questi punti di riferimento può agevolare l’insorgenza di comportamenti a rischio, che possono essere di tanti tipi.

È allora che I giovani quando hanno la possibilità di entrare in comunità conoscono un ambiente protetto ed educatori che affidando loro delle attività di lavoro li abituano a rispettare le regole e scoprire quei ritmi di vita sani che pian piano li emancipano dalle cattive abitudini.

La conversazione con un pubblico attento si anima quando Don Follesa parla del rapporto che istaura con i suoi ragazzi che per lo più si affezionano ai loro educatori che ricercano anche quando il loro percorso educativo si è esaurito.

 

 

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