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Resoconto lezione: Salvatore Satta, il giurista scrittore

Resoconto lezione: Salvatore Satta, il giurista scrittore

Mercoledì 18 gennaio 2023 i soci dell’Unitre accolgono per la quarta volta il prof Duilio Caocci che tratta con perizia autori della letteratura sarda. Questa volta è Salvatore Satta, il giurista scrittore, che affascina l’uditorio. Nasce a Nuoro il 9 agosto del 1902 figlio di una maestra e di un notaio, si laurea in giurisprudenza col massimo dei voti a Sassari nel 1924.

Trasferitosi a Milano per esercitare la sua attività una grave malattia polmonare lo costringe ad interrompere la professione e ricoverarsi in un sanatorio a Merano. In questa occasione scrive “La veranda” opera prima che presenta al premio Viareggio ma che non fu apprezzata dai giurati tranne che da Marino Moretti. L’opera sarà pubblicata postuma.

Dopo questa esperienza riprende gli studi giuridici, la produzione scientifica si arricchisce di opere fondamentali come “Soliloqui e colloqui di un giurista”, “Teoria e pratica del processo”.  Nella sua opera particolare attenzione Satta dedica alla funzione sia del giudice sia del processo. Per Satta invocare l’imparzialità del giudice significa postulare il principio che il giudice non deve essere parte.

Le tragiche esperienze della stagione di guerra, sono affidate all’opera “De Prufundis” pubblicata nel 1948. Testimonianza dell’umanità e delle doti letterarie di Satta rimane la pubblicazione postuma del romanzo “Il giorno del giudizio” (Padova 1977; Milano 1979), tradotto ormai in tutte le lingue, che si è meritato un inatteso successo di critica e di lettori. Muore a Roma il 19 aprile del 1975.

“Il giorno del giudizio” segue la storia di una vecchia famiglia di Nuoro, i Sanna Carboni, notai agiati, tra la fine del secolo scorso e i primi decenni del novecento: e, insieme a essa, di tutto il paese.

La famiglia del notaio Sebastiano Satta e della moglie Donna Vincenza, la donna a cui il marito diceva solenne la terribile frase: “Tu stai al mondo soltanto perché c’è posto” segna l’impossibilità del dialogo tra i due.

La narrazione alterna il tempo della storia e quella del racconto ciò permette all’autore di intervenire in prima persona accompagnando con la sua ironia e a volte con un freddo sarcasmo il comportamento dei personaggi. Questa alternanza nella narrazione consente all’autore di prendere le distanze dai suoi ricordi facendo del viaggio memoriale un’occasione di indagine su di sé e sulla complessità dell’esistenza.

Qui i vivi e i morti, la Legge e le donne, gli innocenti e i criminali si presentano alla memoria di chi li racconta, come fantasmi che perseguitano lo scrittore.

Il racconto che ne fa Il Prof Caocci è coinvolgente, la lettura di pagine del romanzo dove i protagonisti sono i familiari di Satta, la madre il padre e i suoi sei fratelli, ma anche i maestri di scuola, i matti del paese, i preti e i canonici, i signori del Caffè Tettamanzi, i pastori e i contadini di Nuoro. danno un’immagine viva di quello che a tutti gli effetti può considerarsi un capolavoro della letteratura del novecento.

Inutile dire che la lezione è stata appassionante e che ha suscitato negli ascoltatori, anche in chi ha già letto il libro, la voglia di rileggere il romanzo alla luce della avvincente presentazione che ne ha fatto il relatore.

 

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